Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, lo stilista Marco Strano torna in passerella e dedica all’Alta Moda oltre 47 abiti da sposa, che sono un’esplosione di luce e colori quasi a sottolineare la voglia di ritornare protagonista. Un evento a cui hanno partecipato 650 spettatori, sistemati ai fianchi della lunga passerella di 120 metri allestita dal corridoio centrale del Monastero dei Benedettini di Catania, fino all’Aula Magna e alla storica Biblioteca Ursino Recupero. Per la prima volta in assoluto il complesso monumentale, patrimonio mondiale dell’Unesco, è stato aperto per ospitare un defilè di moda.
La nuova collezione del fashion designer dal titolo “C’era una volta”, è cominciata proprio come iniziano le favole, un lungo sentiero dove si incontrano “muse, fate, maghe e principesse”, interpretate dalle 25 modelle, 3 delle quali clienti della Maison proprio per dimostrare che l’Alta moda è indossabile da tutte.
Una collezione che strizzando un po’ l’occhio agli anni ’90, consegna ricami in paillettes tridimensionali e a reti che fioriscono con macramè in applicazione. Anche la texture delle reti, quasi a simulare un crochet, diventa metallica, o realizzata a telaio, arricchite con applicazioni di bouquet in cuoio; o in piume; o in pizzo macramè. Il movimento è affidato alle frange che animano alcuni abiti, la luce brillante agli elementi Swarovski, la preziosità ai pizzi chantilly o rebrodè francesi.
Onirica, surreale e sofisticata è invece la sposa 2023, il cui abito immagine è stato concepito a quattro mani con la pittrice catanese Elisa Anfuso, autrice della scenografia per lo shooting fotografico della collezione. Presentati 23 abiti dalle linee essenziali e femminili, pensate per mettere in risalto la preziosità e la ricercatezza dei tessuti e dei ricami, ma senza tralasciare la sensualità della silhouette.
Più di 4000 ore di lavorazione per realizzare questi pezzi unici. La collaborazione con un ricamificio francese, che ha accolto con entusiasmo l’idea di riprendere vecchi disegni e tecniche tradizionali di ricamo dal loro archivio ottocentesco, ha dato vita ad una capsule di ricami unici al mondo, come quelli creati dalle ricamatrici delle più importanti sartorie palermitane di inizio ’900, influenzate dell’alta moda del sarto Worth, che vestiva donna Franca Florio.
Grande attenzione alle materie prime, rigorosamente Made in Italy: la seta pura è a filiera controllata e garantita, a partire dal baco da seta fino alla tessitura, così come il cotone biologico dell’eco-couture è garantito dal marchio di tutela.
Un evento che ha visto il lavoro di oltre 90 maestranze, “che all’unisono hanno collaborato come gli ingranaggi di un orologio dal ticchettio perfetto” ha dichiarato lo stilista. Il make-up è stato curato da Orazio Tomarchio per la Truccheria Cherie, che insieme al suo staff ha realizzato un look fresco e glow, effetto seta. Occhi tono su tono e labbra nude.
L’hairstyling è realizzato da Roberto Napoli e Alfio Reitano per Compagnia della Bellezza, con la direzione artistica di Salvo Filetti, con una personale reinterpretazione della coda “Alfiere”: dal design scultorea e dal motivo architettonico minimale. La lavorazione artigianale di una spirale conica irradia singole ciocche ben definite che si aprono a ventaglio, creando onde marmoree. Le calzature gioiello sono state realizzate dall’artigiano catanese, Luigi Monastra. L’organizzazione, la gestione e la comunicazione dell’evento è stata affidata a Mas Communication. La regia della sfilata è di Mario Gazzo, coadiuvato da Salvo Pinto ed Enrico Grimaldi. Salvo Presti è stato il fashion editor della sfilata. Service e allestimenti Labbing di Fabio Ruggeri, Marilena Silla e Gabriele Santoro per E-media, ha curato la scelta delle modelle. Foto e video Lorenzo Panebianco e video art line.22