Dall’uso consapevole dell’acqua, al cambiamento climatico e il riutilizzo di sottoprodotti agrumicoli. Questi ed altri, i temi affrontati durante l’incontro, organizzato a Roma dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia al Masaf, in presenza tra gli altri, del sottosegretario Luigi D’Eramo. “I momenti di riflessione, di studio e di approfondimento forniti – ha detto il sottosegretario – sono alla base di ogni pianificazione e miglioramento della nostra azione politica. E’ fondamentale incentivare la ricerca, l’innovazione tecnologica, puntare su interventi fitosanitari puntuali ed efficaci, così da poter avere un’agricoltura più moderna, produttiva e sostenibile, un obiettivo che è tra le priorità di questo dicastero. Cosi come, la corretta gestione delle risorse idriche costituisce il presupposto per la tutela delle nostre produzioni, della filiera agrumicola così come di gran parte del Made in Italy agroalimentare”. I lavori sono stati introdotti dalla presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati. “C’è l’urgenza –ha detto – di investire nelle reti irrigue siciliane, di fronteggiare efficacemente il danno causato da alcune fitopatie già presenti sul nostro territorio e altre che bisogna evitare che arrivino nei nostri agrumeti. E’ necessario avere un quadro più chiaro rispetto ai cambiamenti strutturali del comparto che, oggi più di ieri, necessita di una programmazione su base almeno quinquennale, garantendo alle imprese una maggiore capacità competitiva”. Sul ruolo centrale che i distretti assumono in questo scenario, quali strumenti di coordinamento e di sviluppo delle filiere si è soffermato il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni, presente all’iniziativa, assieme ai due componenti siciliani, i deputati Stefania Marino e Giuseppe Castiglione. “Lavorare sulle tante risorse a disposizione del mondo agricolo da utilizzare proficuamente, senza perdere ulteriori opportunità come avvenuto nel passato – ha commentato Castiglione – Penso all’idea del catasto agrumicolo, ancora oggi solo una bozza, dopo tanti anni. Sarebbe l’ora che l’Italia si dotasse di uno strumento semplice ma necessario”.
L’incontro è stato l’occasione anche per illustrare i risultati della seconda edizione del progetto A.C.Q.U.A. “Agrumicoltura Consapevole della Qualità e Uso dell’Acqua”, promosso dal Distretto con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DiCAr) dell’Università di Catania, e l’avvio del progetto C.L.I.M.A. “Cambiamento, Lungimiranza, Impatto, Mentalità, Ambiente”, realizzato in partenariato con l’Alta Scuola di Formazione ARCES, entrambi con il supporto di The Coca-Cola Foundation. “Queste iniziative rafforzeranno lo sviluppo della filiera agrumicola siciliana – ha dichiarato Cristina Camilli, direttore Relazioni istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Coca-Cola Italia – Crediamo che il contributo attivo e l’esperienza di diversi soggetti possano ampliare al massimo i benefici di una collaborazione che parte da esigenze comuni e di cui, grazie al percorso di innovazione promosso dal Distretto, tutta la filiera può beneficiare”.
Dal 2014 il braccio filantropico globale di The Coca-Cola Company ha supportato con oltre 2 milioni di euro iniziative quali la mappatura delle pratiche di irrigazione e la valutazione di nuove metodologie per l’uso sostenibile dell’acqua (A.C.Q.U.A. 1 e 2), la formazione di nuove professionalità (Social Farming) e l’analisi delle possibilità di produzione di energia dal sottoprodotto degli agrumi (Energia dagli Agrumi). Le attività di A.C.Q.U.A., dal 2019 al 2022, si sono tradotte, con una riduzione nei l consumi d’acqua stimata intorno a 1 milione di litri per ettaro all’anno, nella gestione dell’irrigazione in sei aziende agrumicole pilota. Sui temi sono intervenuti anche Stefano Vaccari, Direttore Generale CREA, i professori Di3A- UniCt Alessandra Gentile, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree e Biagio Pecorino, ordinario di Economia ed estimo rurale; l’agronomo Carmelo Asero; Angelo Barone, presidente Consulta nazionale Distretti del Cibo.
Il progetto C.L.I.M.A., invece appena avviato, verterà su azioni concrete e attuabili di economia circolare e consisterà in scambi interaziendali e visite di siti sul territorio. “I recenti episodi di siccità, che si estendono a diverse regioni, evidenziano sempre di più l’indifferibile esigenza di attuare politiche di risparmio idrico, specie nel settore irriguo che rappresenta più del 70% del consumo idrico a livello globale”, ha commentato Antonino Cancelliere, docente (DiCAr) Unict di Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologia. “Il settore richiede sempre più competenze scientifiche, impensabile fare agrumicoltura senza utilizzare gli strumenti della ricerca e formazione”, ha proseguito Francesco Attaguile, presidente Alta Scuola di Formazione ARCES.