Anche dalle province di Catania e Messina, Cia Sicilia orientale continua a sostenere la protesta e le ragioni degli agricoltori, attivando la mobilitazione per rafforzare il potere negoziale nei confronti sia dei governi nazionale e regionale che dell’UE. “Da tempo la nostra iniziativa è finalizzata ad accrescere il peso economico del settore mettere l’agricoltura al centro dei processi di sviluppo delle aree interne, salvaguardare i servizi e le attività sociali, cruciali per i territori rurali, e difendere le produzioni siciliane da una vistosa sofferenza aggravata nell’anno 2023 dalle crisi climatiche”. A dichiararlo sono in una nota, i rappresentanti di Cia Sicilia Orientale.
“Vale la pena ricordare alcune questioni, a partire dalla siccità che sta mettendo in ginocchio gli allevamenti privi di foraggio e gli stessi invasi vuoti lasciano presagire una drammatica stagione irrigua complice pure una cattiva gestione degli enti di bonifica e la mancata programmazione degli interventi di manutenzione delle reti e della pulizia dei fondali degli invasi. La richiesta dello stato di Calamità avanzato dall’assessore all’Agricoltura è un segnale importante per il comparto agricolo attualmente in crisi. Una richiesta che risponde, peraltro, alle sollecitazioni avanzate da tempo proprio da Cia Sicilia Orientale. E’ importante, ma non sufficiente. Sono necessari interventi concreti e immediati. Serve un piano straordinario sia per affrontare le emergenze, prevedendo ristori finanziari per le imprese agricole, che devono continuare a produrre e mantenere il territorio coltivato; sia per programmare interventi futuri, con politiche a livello regionale, nazionale ed europee che guardino all’agricoltura in termini di valorizzazione dei prodotti di eccellenze e dell’intero territorio, e di nuove opportunità contro lo spopolamento delle campagne.
“Ribadiamo la nostra posizione che già lo scorso 26 ottobre ci ha portati in piazza a Roma con l’iniziativa “Prezzi alle stelle agricoltori più poveri”, per rappresentare lo stato di disagio dell’intera nazione agricola e dei cittadini consumatori per il quale è necessario affrontare le grandi emergenze e gli aumenti sconsiderati dei costi di produzione che hanno falcidiato i redditi delle imprese”. “I costi di concimi, fitofarmaci, carburanti e risorse energetiche sono insopportabili e per questo come primo passo, chiediamo alla Regione di richiedere lo Stato di Calamità Naturale; Ribadiamo la necessità di cambiare la Pac perché così non funziona. Bisogna snellire la troppa burocrazia che rende inapplicabili gli eco-schemi; abolire, immediatamente, l’obbligo al 4% di incolto e intervenire efficacemente per una Pac capace di orientare le risorse verso la tutela del reddito delle imprese e non sulla rendita fondiaria e per politiche attive di gestione del rischio. E’ necessario, inoltre, attivare le procedure per trasformare gli agrumi di piccola pezzatura in succhi attivando un confronto nel merito come richiesto tempo fa dalla CIA. Garantire il principio di reciprocità con i Paesi Extracomunitari è per noi fondamentale”
“Come CIA Sicilia Orientale la scelta di campo sta nelle nostre origini – conclude la nota –dalla parte degli agricoltori sempre nella consapevolezza che l’autonomia e l’unità del comparto agricolo possano rappresentare la forza per mettere al centro delle politiche il valore dell’agricoltura. I governi devono fare la loro parte, in primis quello nazionale che ha il dovere oltre ad esprimere solidarietà, a far valere con forza nei tavoli in Europa le ragioni dell’agricoltura Italiana. Perché è lì che si decide: l’Europa attua politiche che riteniamo sbagliate perchè bloccano la produzione e favoriscono l’abbandono dei terreni a vantaggio della concorrenza spesso sleale dei Paese Esteri”.