Agricoltura del futuro, sostenibile ed innovativa. Il tema dei Consorzi di bonifica, è il primo scelto dalla Cia Sicilia Orientale per avviare un ciclo di seminari. Sono intervenuti ,il direttore di Catania Graziano Scardino, il responsabile regionale Consorzi di Bonifica CIA, Giosuè Catania, il commissario Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, Francesco Nicodemo, il direttore Generale UNICT Giovanni La Via.
Ha partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla
Ad introdurre i lavori Giuseppe Di Silvestro, presidente CIA Sicilia Orientale. “I consorzi di bonifica sono punto di partenza di un’agricoltura innovativa e moderna. Ma quale innovazione puoi esserci se manca ancora l’acqua? – si è chiesto Di Silvestro – dobbiamo fare i conti in Sicilia con questioni irrisolte da un quarto di secolo. Gli agricoltori chiedono: disponibilità idrica, rete efficiente e ruoli adeguati”. “Alla piana di Catania, il consorzio di bonifica ha rappresentato un modello di sviluppo del nostro territorio, ma oggi è in uno stato comatoso. La politica regionale voti la riforma, assumendosi la responsabilità dei debiti pregressi, e dia in mano agli agricoltori una macchina che funzioni”. Che in altri termini significa, intervenire su decenni di distorsioni clientelari.
L’ultimo disegno di legge per rilanciare il ruolo dei consorzi è in stato di stallo all’Ars. “Perché è fermo? – ha risposto l’assessore –Bisogna capire sul piano procedurale e giuridico come affrontare la gestione dell’immenso debito. La Regione dovrà farsi carico di una liquidazione scientifica, con accordi transattivi, nel lungo termine. Quindi, consegnare i consorzi agli agricoltori, senza un euro di debito, per poi essere gestiti con criteri manageriali. Il Governo ci mette la faccia e sulla riforma andrà avanti”.
Il responsabile regionale Cia Giosuè Catania ha avanzato due richieste di incontri urgenti: al Commissario del Consorzio per affrontare l’emergenza di una campagna irrigua difficile. “L’invaso principale Pozzillo che serve oltre 13 mila ettari di terreno alla Piana di Catania, è vuoto e siamo alle porte della primavera”. All’assessore Scilla, un tavolo regionale con gli attori dell’intera filiera consorzi, università, organizzazioni di categoria, mettendo sul tavolo un lavoro compiuto, sfociato nell’approvazione della Legge 5 di riforma dei consorzi di Bonifica che ha già ridotto il numero da 11 a 2. “Si riparta da lì – ha esortato Catania – se tutti i suoi predecessori avessero davvero ascoltato le proposte provenienti dal mondo agricolo oggi non ne staremmo ancora parlando. Il perdurare del commissariamento allontana la riforma, ma allontana anche la voglia degli agricoltori di assumerne la gestione”.
C’è poi, la questione spinosa dei ruoli. “Invocare la normalità in questa terra è veramente un atto rivoluzionario – chiosa Catania – sembrerebbe logico razionalizzare l’utilizzo delle risorsa idrica (potabile, irrigua, industriale) assegnando un ruolo al servizio realmente ricevuto. E invece no. Chi non la riceve la paga a caro prezzo, chi la usa, spesso non la paga. Dal 2013-2018 il ruolo irriguo e ordinario non pagato è pari a 39 milioni di euro. Al netto dei furbi e di coloro che ritengono di subire un’ingiustizia, paga solo il 30% dell’utenza. Dal 2012-2018 il ruolo è aumentato del 141%. Da sempre invochiamo una verifica”.
“Oggi sono venuti al pettine tutti i nodi di una gestione disastrosa – spiega il Commissario Nicodemo –La situazione si è ulteriormente aggravata con la sospensione dei ruoli che hanno fatto passare il messaggio sbagliato che non si dovessero pagare. Noi ci troviamo con contributi regionali sul personale che non sono al 100%, un costo medio annuale di 3 milioni di euro di energia elettrica e17,5 milioni di euro di debiti con l’Enel”. “Stiamo preparando una nota per chiedere un contributo straordinario, una percentuale sui ruoli 2019-2020, e uno sul capitolo del bilancio dedicato alle manutenzioni dei consorzi che da anni è pari a zero. Allo stesso tempo, stiamo lavorando per ottimizzare i costi sul fronte delle energie rinnovabili, per esempio, coinvolgendo le amministrazioni comunali”.
“Le aziende si scontrano da sempre con il problema dei ruoli – ricorda Giovanni La Via – è un costo che incide circa il 10% della produzione. Finora le inefficienze del sistema sono state scaricate sul mondo agricolo”. La Via ha anche accennato al rischio che la Sicilia perda 400 milioni di euro del PSR e all’opportunità di utilizzarli per ammodernare il sistema infrastrutturale, condizione imprescindibile per poter garantire una futura gestione sana dei Consorzi.
“La madre delle battaglie è proprio questa dei 400 milioni di euro e non saranno sperperati – assicura l’assessore – il recupero del PSR è stato intelligente e collegato con le varie articolazioni dell’agroalimentare, con l’obiettivo di potenziare il tessuto produttivo, pensando anche al riforma dei consorzi”.
E poi, c’è la partita del Recovery Found su cui il commissario Nicodemo ha annunciato alcuni interventi: alla Piana di Catania, per il ripristino del canale Gavazzini (un progetto di 10 milioni 613 mila euro) zona Scordia e Lentini; per l’ottimizzazione funzionale sud-est dello schema irriguo ex Dittaino; sulle dighe Don Sturzo e Pozzillo per le fluenze idriche e “per quanto riguarda la diga Pietrarossa – ha concluso Nicodemo – i lavori potrebbero cominciare entro l’anno”.