Il futuro dell’agricoltura siciliana è legata ad una visione integrata che unisce innovazione, sostenibilità e valorizzazione del territorio. “Solo attraverso un impegno collettivo e una pianificazione strategica potremo garantire una crescita equilibrata e duratura per le generazioni a venire, rendendo la Sicilia un punto di riferimento nel panorama agroalimentare internazionale.” Lo ha detto il presidente di Cia Sicilia Orientale, Giosuè Catania all’incontro di fine anno rivolto ai giovani agricoltori, donne e uomini, impegnati in prima linea nella gestione delle aziende agricole, con grande orgoglio, ma anche con estremi sacrifici.
Una sorta di chiamata corale, per raccogliere tutti insieme la sfida e lavorare in maniera sistemica a trasformare nei fatti la Sicilia in una regione gastronomica, così come indicata dall’UE, costruendo una grande opportunità di sviluppo.
Nella moltitudine dei numeri e dei dati consegnati a fine anno dai vari enti nazionali e internazionali, deputati a registrare il termometro della crescita o de-crescita del lavoro e dei mercati, ne salta agli occhi uno, che riguarda proprio l’agricoltura: un settore in cui le imprese continuano ad investire nonostante la crisi. “I giovani – ha sottolineato Giosuè Catania – dovranno farsi protagonisti di un cambiamento culturale. Oggi è impensabile parlare di agricoltura che garantisce reddito senza declinare i temi dell’ambiente, dell’innovazione, del network; senza un progetto di filiera; senza integrare una visione complessiva del territorio, nelle sue peculiarità non solo ambientali, ma anche storiche e culturali”. Il settore agricolo non rappresenta solo un pilastro economico, ma anche un patrimonio culturale e identitario. L’eccellenza siciliana, dai prodotti tipici alla tradizione contadina, è fondamentale per promuovere un modello di sviluppo sostenibile, porre l’attenzione sulle aree interne, come ben sottolineato anche dal presidente Sergio Mattarella durante la vista a Militello Val di Catania, aree ricche di potenzialità, spesso trascurate e a rischio di spopolamento.
Per un’agricoltura moderna restano fondamentali gli assist della formazione continua per acquisire nuove tecnologie e soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione; della tutela della biodiversità e della gestione sostenibile delle risorse naturali, parti integranti delle strategie agricole. Tuttavia, nel contesto che vede l’operatore commerciale racchiudere in sé tutte le fasi della filiera, il produttore deve poter acquisire una maggiore centralità nelle strategie di rete. “Pensiamo a prodotti biologici, DOP e IGP – ricorda Giosuè Catania – ricevono riconoscimenti e attestati di eccellenza ovunque, eppure sul territorio, hanno difficoltà ad una ridistribuzione del valore lungo la filiera”. Attraverso la collaborazione, i piccoli produttori possono unire le forze per affrontare le sfide del mercato, migliorare le condizioni di lavoro e garantire un prodotto finale di alta qualità. Le cooperative possono fungere da collante, facilitando l’accesso ai mercati e offrendo servizi di marketing, logistica e distribuzione. Anche le organizzazioni di categoria possono fare meglio la loro parte, non solo tutelando le imprese agricole e piccoli e medi agricoltori che sono la ricchezza del territorio, ma soprattutto curando l’aspetto organizzativo ed economico.
“Come CIA puntiamo su alcune priorità che riteniamo fondamentali per dare sostegno alle aziende– dice Giosuè Catania–mettere al centro dell’agenda politica la redistribuzione del valore nell’ambito della filiera; la valorizzazione delle zone interne e il patto per il sud; la defiscalizzazione, come punto cardine per il futuro del sud. L’UE aveva riconosciuto l’insularità della Sicilia, circa 8 anni fa, eppure in Italia non stati mai realizzati i decreti attuativi. Noi laveremo su questo, facendo comprendere a livello nazionale ed europeo che produrre in Sicilia comporta costi di trasporto e di produzione diversi rispetto alle altre regioni d’Italia”.
È fondamentale che le istituzioni, insieme agli imprenditori, lavorino per costruire un’immagine forte della Sicilia, capace di attrarre investimenti e turisti. “L’agroalimentare è il nostro gioiello di famiglia – ha concluso Giosuè Catania – Noi non piagnucoliamo, ma pretendiamo dal Governo un’attenzione maggiore, a cominciare dal rispetto della dignità degli agricoltori”.