I giovani non guardano all’agricoltura 4.0, la Sicilia resta legata a una ruralità bucolica: Solo 52 domande sui progetti innovativi presentate a Catania, 450 nella Regione
Nei prossimi mesi nuovo bando misura 6.1 di 25 milioni di euro per l’inserimento di 600 giovani, non basta convergere l’attenzione di anche su altri programmi e fondi nazionali
Sono state oltre 3700 le domande presentate per il primo bando della misura del PSR dedicata alle start up di giovani imprenditori (mis. 6.1) pari a circa 4500 lavoratori da poter inserire nel sistema produttivo, ma di questi, solo un migliaio potranno goderne concretamente, poiché il plafond è di 40 milioni di euro, cioè 40 mila euro a persona di premio. Viceversa, la seconda misura dedicata ai giovani (6.2) relativa alla presentazione di progetti innovativi ha visto la presentazione di sole 450 domande in tutto il territorio siciliano e appena 52 a Catania.
Questo il quadro fornito nel corso della riunione dei giovani imprenditori agricoli di AGIA-CIA Sicilia Orientale nel corso della quale si è svolta l’assemblea elettiva che ha portato alla nascita del nuovo coordinamento provinciale, presieduto da Carmelo Allegra, imprenditore di Raddusa, assieme a Valeria Grimaldi di Adrano, Riccardo Randello di Licodia Eubea, Mario Costanzo di Messina, Michele Aliotta di Grammichele.
Erano presenti, Matteo Ansanelli, segretario Nazionale AGIA, Stefano Cannistrà, vice presidente AGIA Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale, e il direttore Graziano Scardino.
“Questi numeri danno il polso di quanto consenso sul territorio possa avere l’opportunità Psr, ma anche di quanto lo strumento sia di per sé insufficiente a coprire il bisogno – ha commentato Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale – nei fatti molti questi ragazzi resteranno fuori”.
“D’altro canto – ha spiegato Giovanni Sutera, dell’ispettorato Agricoltura di Catania – significa anche i giovani non guardano all’agricoltura 4.0 che altrove è la chiave dello sviluppo, la Sicilia resta ancora legata a una ruralità bucolica che non ha quelle aspettative innovative e tecnologiche che invece dovrebbe promuovere e comunicare”. Nei prossimi mesi, ha annunciato Sutera, verrà preparato un secondo bando di 25 milioni di euro per l’inserimento di altri 600 giovani. “Serve convergere l’attenzione – ha aggiunto– anche su altri programmi e fondi nazionali come ISMEA, con un bando che scade a giorni di 70 milioni di euro, di cui 35 riservati Sud”.
“L’associazione AGIA ha lo scopo di fare crescere la cultura d’impresa, non solo il concetto di terra e capitale ma anche di conoscenza, per questo nel corso del convegno nazionale che si terrà a Roma il 17 maggio prossimo cambieremo il nostro statuto – ha dichiaratoMatteo Ansanelli, segretario Nazionale AGIA – la conoscenza come elemento strategico, immaginando un modello eco-sistemico che metta insieme tanti soggetti tra università, impresa, industria e agricoltura”. “Le aziende di successo – ha proseguito – sono caratterizzate da un elevato grado di conoscenza che sviluppi il sistema produttivo. Ai giovani siciliani, il consiglio è quello di fare rete d’impresa, muoversi sui mercati internazionali attraverso progetti che abbiamo visioni strategiche di lungo periodo strategiche”.
“Il futuro dell’agricoltura è formazione e guardare lontani – ha concluso Sutera – bisogna scegliere una programmazione vera e credibile che si basi su cinque punti fondamentali, come le vocali: Acqua, Energia, Innovazione, Onestà, Unione”.