Dodici giovani migranti arrivati in Italia diventano i protagonisti del Calendario 2021, realizzato nell’ambito de progetti SAI/SIPROIMI, Sistema di accoglienza e integrazione del Ministero dell’Interno, che vedono insieme i comuni di Catania e Acireale e il Consorzio Il Nodo, quale ente gestore.
Il Calendario racconta, mese per mese, la quotidianità dall’arrivo in Italia di Zain, Annah, Demba, Jalal, Mamadou, Ba, Elisabeth, Mamoudou, Loveth, Shakil, Omar, Ahad. Dodici giovani, appunto, che diventano i portavoce di quei 32919 migranti giunti via mare nella nostra penisola nell’ultimo anno. Uomini, donne e bambini che dal Mar Mediterraneo si sono aggrappati alla nostra terra fuggendo da devastazioni, fame, guerre, genocidi, persecuzioni, tratta e da miriadi di vicissitudini che trasformano in puro dolore la vita di un essere umano.
Alla conferenza stampa erano presenti, il sindaco acese Stefano Alì, gli assessori Palmina Fraschilla, Servizi Sociali, Fabio Manciagli, Turismo e Cultura, il presidente del Consorzio Il Nodo, Fabrizio Sigona, che ha portato i saluti anche dell’assessore ai Servizi Sociali di Catania, Giuseppe Lombardo.
“Non dobbiamo dimenticare di essere uomini e di tener conto delle difficoltà enormi di chi ha affrontato il viaggio e ora il percorso di integrazione – ha dichiarato il sindaco Alì – Noi lo facciamo anche nella nostra azione amministrativa al fianco delle associazioni”.
Anche il comune di Catania crede fortemente nei progetti di accoglienza. “Prova ne è – ha fatto sapere l’assessore Lombardo – la recente adesione all’avviso del Servizio Centrale del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione per l’ampliamento dei nuovi posti in città, 55 per minori e 19 per neo maggiorenni”.
“In più di 30 appartamenti, dislocati tra i due comuni di Catania e Acireale – ha spiegato Sigona – oggi accogliamo oltre 250 minori non accompagnati, adulti e nuclei monoparentali. La nostra filosofia è quella di realizzare un’accoglienza integrata, diffusa, in piccole unità abitative e a stretto contatto con la popolazione ospitante, quale migliore metodologia per un’attenta integrazione”.
“Al tempo del COVID – ha spiegato il presidente Fabrizio Sigona – limitati nel modo di vivere e di lavorare, abbiamo scelto di accompagnarvi nei 12 mesi del 2021, raccontandovi la storia di 12 giovani, una piccola parte del nostro progetto di integrazione nel nostro territorio, dove è importantissimo anche il ruolo della scuola e delle imprese. Uno sguardo sulla quotidianità dei percorsi di rinascita di persone che, in pericolo, chiedono protezione. Prendiamoci del tempo per osservarli”.
“Abbiamo aperto la galleria fotografica del telefono di ciascuno per accompagnarvi nelle nostre vite – ha raccontato la diciannovenne Hannah in Italia dal 2018, studentessa al liceo linguistico – per farvi conoscere amici, familiari, le comunità che ci accolgono. Il loro percorso di inserimento a scuola, al lavoro, nella società in cui impariamo ad ambientarci, giorno dopo giorno. Ci augurandoci che tutti i cuori abbiano sempre spazio per ospitare un fratello”.
Il Sistema di protezione SAI/SIPROIMI è costituito dalla rete degli enti locali che operano, a livello territoriale, con il supporto delle realtà del terzo settore. I progetti territoriali del SIPROIMI sono caratterizzati da un protagonismo attivo, condiviso da grandi città e da piccoli centri, da aree metropolitane e da cittadine di provincia. A differenza del panorama europeo, in Italia la realizzazione di progetti SIPROIMI diffusi sul tutto il territorio nazionale, ideati e attuati con la diretta partecipazione degli attori locali, contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari.
All’interno del Sistema, il Servizio Centrale, organo istituito dal Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione e affidato con convenzione ad ANCI, ricopre il ruolo di coordinamento e consulenza, curando, inoltre, la formazione e l’aggiornamento degli operatori affinché le esperienze dei territori diventino patrimonio comune e i servizi offerti garantiscano standard di qualità. L’obiettivo è quello di accompagnare ogni singola persona accolta lungo un percorso di (ri)conquista della propria autonomia.