Giornata internazionale sulla disabilità, incontro “L’arte Oltre…”

L’arte, linguaggio universale attraverso cui ciascuno, senza alcun limite, racconta se stesso e si connette con l’altro a un livello più profondo. “L’Arte oltre…” è il titolo dell’incontro organizzato dalla cooperativa Fenice di Catania, in collaborazione con il Conservatorio Musicale Vincenzo Bellini e la CTA Villa Chiara di Mascalucia, in occasione della Giornata internazionale sulla disabilità, nel corso del quale il binomio  arte e disabilità è stato declinato nelle infinite espressioni della pittura, della danza, del teatro, della musica.

 

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Lo scenario dell’Auditorium del Conservatorio, “un luogo magico che assieme al teatro Massimo fa entrare a pieno titolo la città di Vincenzo Bellini nel panorama nazionale e internazionale”, come lo ha definito il presidente Carmelo Galati, si sono alternati momenti di dialogo e performances. “I pregiudizi e gli stereotipi spesso ostacolano le relazioni e la comunicazione – ha commentato Silvana Strano, presidente della Cooperativa Fenice, da anni impegnata nella gestione di servizi e progetti socio-sanitari ed educativi–L’arte diventa un linguaggio alternativo e può contribuire a spostare la narrazione da una visione limitata della disabilità come ‘malattia’ a una visione più ampia che riconosce “valore”. “La disabilità in questa particolare giornata va considerata un talento più che un disagio, evidenzia le prospettive simboliche che stanno all’interno  della persona disabile –  ha sottolineato Roberto Ortoleva, direttore dell’U.O.C. D.S.M. dell’ASP di Catania, moderatore dell’evento – La disabilità diventa secondaria. Oggi  riusciamo a raggiungere risultati, nel mondo dell’arte ma anche in quello del lavoro,  che prima erano impensabili”. All’iniziativa sono intervenuti anche Bruno Brucchieri, assessore ai Servizi Sociali, Inclusione Sociale e Famiglia del comune di Catania, e Lucia Leonardi, direttore dei Servizi Sociali.

Le relazioni di Antonio Ristuccia, docente di Storia dell’Arte, e Lina Maria Ugolini, scrittrice e docente di poesia per musica e drammaturgia hanno accompagnato il pubblico tra emozioni e riflessioni. “L’arte traccia percorsi paralleli alla realtà, aprendo nuovi orizzonti e creando linguaggi innovativi –ha commentato Lina Maria Ugolini –chi vive una condizione di svantaggio, come un artista con una disabilità, trova nell’arte un mezzo per oltrepassare i propri limiti. Ogni artista è costantemente in dialogo con se stesso”; mentre per Antonio Ristuccia “L’arte ha il potere di migliorare le nostre vite. Esiste un legame profondo tra il malessere e l’arte”. E cita Van Gogh, “ Egli ne è l’emblema. Le lettere indirizzate al fratello Teo e alla loro unica sorella, rivelano un viaggio che attraversa le difficoltà verso il recupero, utilizzando l’arte come strumento di espressione e guarigione”.

Straordinari, poi, gli interventi musicali degli studenti del Conservatorio Vincenzo Bellini, una decina di giovani talentuosi al pianoforte, violini e contrabbassi sulle cui note ogni disarmonia del pensiero si placa. E poi gli attori del Gruppo di Psicodramma Compagnia NudaMenteVeri della CTA Villa Chiara, che hanno portato in scena una riduzione della performance “Et Voilà”, diretta da Roberta Auditore. “Anche il  pubblico assume un ruolo, diventa spet-attore” ha detto dal palco, Auditore psichiatra, direttore sanitario della struttura convenzionata con il Dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania, a voler sottolineare la profonda connessione che si crea tra gli artisti  che si esibiscono, disabili e performers, e la platea. “L’arte che cura è un connubio  che dura da sempre, questa è un’occasione per dare visibilità anche a buone pratiche”, ha sottolineato  infine Carmelo Florio, direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asp di Catania –Sono attività che si fondano su un lavoro terapeutico, mettendo in gioco le abilità esistenti e trasformandole in qualcosa di nuovo e significativo”.

2025-01-28T10:18:28+00:00 3 Dicembre 2024|Attualità, Blog, Spettacoli, Welfare|0 Commenti